"C'era una volta una bellissima fanciulla di nome Orihime che viveva sulle sponde del Fiume Celeste. Figlia di Tentei, il sovrano dell'universo, e abile tessitrice, passava il giorno a cucire stoffe e realizzare splendide vesti per gli dei, lavorando senza sosta.
Impiegava tutto il suo tempo nello svolgere il suo mestiere con gran dedizione, tanto da non avere mai un momento per se stessa.
Così un giorno il padre, che era molto orgoglioso di lei ma dispiaciuto nel vederla sempre così sola, la prese da parte e le disse: "Figlia mia, ormai sei una donna. Non fai che lavorare al tuo telaio tutto il giorno: ti troverò un buon marito."
E così il padre, dopo lunga ricerca trovò il marito perfetto che avrebbe voluto per sua figlia: il nome del giovane era Hikoboshi. Il ragazzo era un umile mandriano, anche lui un gran lavoratore: tutto il giorno portava i suoi buoi al pascolo, curava i prati e coltivava la terra senza mai riposarsi.
Quando il giorno delle nozze i due si incontrarono, fu amore a prima vista: subito si innamorarono follemente l'uno dell'altra.
Da quel momento però, furono talmente presi dal forte sentimento che li coinvolgeva che presto dimenticarono i loro doveri e smisero così di lavorare .
Gli abiti degli dei cominciavano a sgualcirsi, e Orihime aveva smesso di confezionarne di nuovi.
Allo stesso modo, i buoi di Hikoboshi erano stati abbandonati a loro stessi e dimagrivano per mancanza di cibo.
Il sovrano preoccupato li riprese più volte, ma ogni sforzo di riportare i due sposini al loro dovere fu vano. Gli dei ormai vestivano abiti vecchi e malandati , i campi erano incolti e i buoi si erano ammalati .
Arrabbiato e senza avere altra scelta, il grande Tentei decise di punire i due giovani amanti separandoli : portò Orihime a ovest del Fiume Celeste e Hikoboshi sulla sponda opposta, a est. Poiché il fiume era impetuoso e privo di ponti , i due non potevano vedersi né sentire le loro voci, tanto meno incontrarsi : sarebbero stati divisi per sempre.
Ma il risultato non fu quello sperato dal celeste sovrano: invece di tornare a lavorare con il telaio, la ragazza piangeva tutto il giorno pensando al suo amato e anche lui chiuso in casa e assalito dalla tristezza, continuava a non curarsi delle bestie che ormai erano sempre più ammalate.
Allora il re, disperato e mosso da pietà e dopo essersi consultato con gli altri dei, pronunciò tale sentenza: se fossero tornati ai loro lavori impegnandosi come facevano un tempo, ai due innamorati sarebbe stato concesso di incontrarsi, ma una sola volta all'anno: nella notte del settimo giorno del settimo mese.
Al sentir queste parole, spinti dalla speranza di potersi presto riabbracciare, i due si misero d'impegno e ripresero a lavorare seriamente: Orihime tornò a cucire splendidi vestiti, anche più belli di prima e Hikoboshi torno a prendersi cura dei buoi e dei campi.
Da allora ogni anno in quella notte i due innamorati attraversano il Fiume Celeste e si ricongiungono, celebrando il loro eterno amore."
E così i giapponesi festeggiano il 7 Luglio la magica notte del Tanabata, festa in cui si celebra la leggenda dell'amore eterno tra le due "stelle".
Alzano gli occhi per guardare il cielo, nella speranza di vedere i due astri luminosi Vega e Altair che si ricongiungono attraversando quel bianco fiume di stelle che è la Via Lattea...
La prima settimana che mi trovavo a Tokyo, la città era nel pieno dei preparativi per questa sentita festività e addobbata a festa nelle strade, negli edifici e anche nelle abitazioni.
In attesa della notte del 7 Luglio, nei parchi si svolgevano numerosi matsuri per il Tanabata: feste estive in cui si balla, si gioca, si va per bancarelle e durante i quali le ragazze sfoggiano i loro colorati yukata.
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Un cielo stellato allestito all'interno dell Tokyo Tower in occasione del Tanabata |
In classe, durante una delle mie prime lezioni in Giappone, l'insegnante ci ha spiegato che cosa fosse il Tanabata. Ha distribuito ad ognuno di noi un foglietto del colore desiderato e ci ha chiesto di scrivervi un desiderio, poi li ha raccolti tutti.
Poco dopo la fine della lezione, l'ho vista che appendeva pazientemente uno ad uno i nostri bigliettini ai bambù che riempivano l'atrio della scuola. Le ho chiesto se potevo appendere il mio, lei l'ha cercato fra i tanti e me lo ha dato sorridendo e io l'ho attaccato ad uno dei rametti. Era lilla, il mio colore preferito, e vi era scritto in giapponese il mio prezioso desiderio; era bello vedere gli studenti appendere i propri tanzaku e godersi quell'aria di festa.
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Festeggiare il Tanabata a scuola! |
«Sasa no ha sara-sara
nokiba ni yureru Ohoshi-sama kira-kira kingin sunago Goshiki no tanzaku watashi ga kaita Ohoshi-sama kira-kira sora kara miteiru » |
« Le foglie di bambù frusciano
vicino le gronde ondeggiando Le stelle luccicano granelli d'oro e argento Le strisce di carta dai cinque colori ho già scritto Le stelle luccicano e ci guardano dal cielo. » |
Dei capricciosi e ragazzi senza mezze misure sono un classico, ottima storia :)
RispondiEliminaDev'essere una festa graziosa, una bella sera di luglio !