lunedì 23 febbraio 2015

Giappone - Avventura sul FUJI-san , giorno 1

Benvenuti! Oggi vi racconterò la mia avventura sul Monte Fuji, ovvero come ho raggiunto il punto più alto del Giappone (3776 mt)

“Chi scala il monte Fuji una volta nella vita è un uomo saggio, ma chi lo scala due volte è un pazzo”
(detto giapponese) 


I giapponesi lo chiamano Fuji-san, ed è senza dubbio uno dei simboli più celebri del Giappone. Il monte è in realtà un vulcano in stato di quiescienza e con la sua forma conica quasi perfetta e la sua cima innevata, è spesso protagonista di paesaggi mozzafiato e da sempre influenza l'arte nipponica. E' considerato sacro dai giapponesi e rappresenta allo stesso tempo l'eleganza e la forza della natura. Nel 2013 inoltre, è entrato a far parte del patrimonio mondale Unesco.

Un ukiyo-e che raffigura una delle 36 vedute del Monte Fuji del celebre artista Hokusai.

Voglio raccontarvi la mia esperienza nell'ennesimo luogo del Giappone che ho trovato incredibile, magico e affascinante; so che lo dico ogni volta, ma è davvero così, il Giappone è ricco di bellezze.

Iniziamo! C'è così tanto da raccontare!!!! はじめましょう!


Innanzitutto vi dirò che il viaggio è stato organizzatoalla scuola che frequentavo mentre ero a Tokyo ; il manifesto era appeso da un po' di giorni e c'erano una ventina di posti disponibili. Nonostante non avessi trovato nessuno tra le persone che conoscevo che fosse interessata a venire con me, mi sono iscritta, lanciandomi all'avventura. Abbiamo fatto una breve riunione su cosa bisognasse portre, come vestirsi , quali sarebbero state le attività.
7 Agosto, ore 6.50 , in un angolo dell'immensa stazione di Shinjuku : è il ritrovo per i partecipanti. Parto per tempo da Nippori, dove si trova il mio appartamento, perché si sa: i giapponesi sono puntualissimi ! Col mio zaino in spalla e un bicchierone di caffè freddo in mano - colazione on-the-go - , prendo la JR . Arrivata in stazione, trovo già un ragazzo della scuola ad aspettare. In breve tempo arrivano tutti, professoresse comprese. Ci spostiamo su un piazzale fuori dalla stazione e aspettiamo il pullman che ci porterà verso il Fuji !! Sono emozionata, ma anche un po' timorosa. Il viaggio in pullman dura circa due ore, durante le quali faccio conoscenza con Felipe, un ragazzo messicano che è nella mia stessa classe ma con cui non avevo mai parlato prima.

Finalmente arriviamo alla stazione base, detta la "quinta stazione" quella da cui si parte per la scalata -più che altro in realtà è una salita- e oltre la quale i mezzi non possono più salire. E' un piazzale con un punto ristoro, vendita souvenir e negozio di articoli da montagna. Qui incontriamo le nostre guide giapponesi : uno è un giovane uomo barbuto con una bandana in testa e un po' tozzo che mi ricorda uno scimmione, l'altro è un ragazzo più giovane e sempre sorridente.
Ebbene, a questo punto il barbuto inizia a parlare a raffica...capisco appena una parola su dieci, visto che mi trovavo in Giappone da appena un mese, e inizio a preoccuparmi. Fantastico mi dico, non capirò una parola di quello che dirà la guida, iniziamo bene!
Inoltre tra tutti i partecipanti ero l'UNICA europea, tutti gli altri eccetto il ragazzo messicano erano asiatici e a quanto pareva, erano in Giappone da più tempo di me. A parte Felipe e una delle professoresse, nessuno spiccicava una parola d'inglese. Naturalmente non potevo pretendere che mi facessero da traduttore simultaneo per due giorni, quindi chiesi che almeno mi traducessero le cose importanti!
La quinta stazione.
 Il Fuji è divenuto patrimonio mondiale solo nel 2013. Prima di allora, l 'Unesco non aveva accettato la sua candidatura a causa della grande quantità d'immondizia che i turisti lasciavano durante le escursioni e che ne deturpavano la superficie.
Questo spinse dei volontari giapponesi all'azione, che si misero di buona volontà a ripulirlo tutto dai rifiuti, il che la dice lunga sul loro senso civico
Arrivati qui fa già freschino, una netta differenza dal caldo afoso estivo di Tokyo. Ci lasciano del tempo per prepararci, indossare vestiti più pesanti . Ci consigliano di andare in bagno ora, poiché sul Fuji i servizi sono a pagamento (200 yen) . Conviene anche comprare degli snack, che io mi ero già portata da Tokyo e fare rifornimento di acqua, che ai rifugi è venduta a caro prezzo (500 yen a bottiglietta) ed è importante partire avendone con sè una buona quantità per rimanere idratati durante la salita.
Inoltre sul fuji non si possono buttare i rifiuti, quindi bisogna munirsi di buste per raccoglierli in modo da buttarli poi una volta che saremo tornati giù.
Prima di partire, scattiamo alcune foto di gruppo e le guide ci fanno fare esercizi preparatori per i muscoli e per la respirazione.
Una cosa divertente era il motto che il barbuto ci faceva fare per gasarci: il nome del nostro gruppo era quello della scuola, "Akamonkai". Allora quando lui gridava : "AKAMON ..." tutti dovevano rispondere forte: "... KAAAI !!!" e a me veniva da ridere, però in effetti era divertente e fortificava lo spirito di squadra.



Conclusi i preparativi, finalmente iniziamo a salire.
E' leggermente faticoso, ma non tanto, molti usano un bastone di legno per aiutarsi a salire. Scopro che usan un particolare bastone per salire il Fuji , a cui si attaccano cordini e campanelli e man mano che si sale, presso i rifugi è possibile farvi imprimere degli stampi (a pagamento). Il terreno è rossiccio, fatto di frammenti di lava e quindi un po' sdrucciolevole e intorno c'è ancora del verde. Camminiamo facendo diverse pause, in modo che chi si stanca possa recuperare; come nelle marce in montagna, i più deboli stanno davanti . Il cielo è azzurro, ma nuvoloso e sotto di noi vediamo tante nuvole.
(Per ingrandire le foto, potete cliccarci sopra)

I Torii, sparsi lungo il percorso, indicano l'importanza della sacralità del monte.


Stiamo in fila indiana, alcuni pezzi di sentiero sono più impervi,e lungo la salita , il ragazzo-guida più giovane, si ferma più volte per contarci (per vedere se ci siamo ancora tutti...)
E per farlo, ci fa battere la mano dandoci il cinque e contando in giapponese : "ICHI ! " "NI! " "SAN!" ... e lo fa sempre con il suo tipico sorriso incoraggiante!
Incontriamo molti turisti come noi che vanno su, per il 95% giapponesi, tra cui un gruppo di pellegrini vestiti di bianco e con accessori bizzarri che , come mi spiega la sensei, appartengono a una specie di setta religiosa e siamo fortunati ad averli incontrati perché è raro vederli. Tra di loro alcuni sembrano essere piuttosto anziani , ma sono molto energici o come dicono loro "Genki!" Percorriamo un tratto di strada insieme a loro e a un certo punto ci fermiamo e dicono di volerci mostrare qualcosa. Due di loro prendono degli strani strumenti che portano appesi al fianco e vi soffiano dentro, producendo un suono particolare che riecheggia intorno. Quelle che sembrano essere delle specie di trombe, sono in realtà enormi conchiglie racchiuse in una rete di corde. Non ho mai visto nulla di simile.

Mano a mano che saliamo, il panorama che si scorge è sempre più suggestivo . "Ganbatte, GANBATTE!!" grida lo scimmione , e poi mi chiede "Come si dice Ganbatte in italiano?" e io "direi... forza..." e allora lui inizia a urlare : "GANBATTEEE FORSSA FORSSA!!!" e di nuovo rivolto a me "Gracias!"




Salendo la vegetazione si fa sempre più rada. Il sole sta iniziando a calare, e il cielo si fa pian piano più buio. Siamo abbastanza in alto, la vista è stupenda, qualche luce inizia ad accendersi sotto di noi; panorama è vastissimo, pianure verdi, un grande lago, monte. E' emozionante pensare che ci accingiamo a raggiungere la vetta più alta del Giappone! Naturalmente più saliamo più fa freddo, e iniziamo a sentire un po' la stanchezza , ormai camminiamo da diverse ore.



Ormai è buio , sono le sei passate e siccome il sole è sparito , fa piuttosto freddo. Ci mettiamo il giaccone pesante, ed è tempo di metter su e accendere le nostre torce frontali! Con il calare della sera, ecco che si apre ai nostri occhi un nuovo spettacolo : sotto di noi file e file di lucette che addobbano il fuji come un albero di Natale, sono le persone che nella notte continuano la loro salita al monte... Camminiamo ancora e ancora, il freddo e la stanchezza iniziano a farsi sentire e ho una fame, ho già da tempo finito le mie provviste e le mandorle caramellate che avevo comprato a kamakura. Non so quando ci fermeremo, ad ogni rifugio presso cui sostiamo penso "sarà quiche ci fermiamo?" e invece ogni volta riprendiamo il cammino, con le nostre torcette, ancora più su. Nessuno sa dire tra quanto si arriva , si sa solo che siamo in ritardo rispetto alla tabella di marcia, e tutti sognano il riso al curry che ci aspetta al rifugio.


Foto presa da National Geographic, purtroppo la mia macchinetta non fotografa bene al buio 
Finalmente, dopo ore e ore (ricordate che siamo partiti che non erano nemmeno le sette di mattina!) giungiamo al rifugio. Sono solo le otto passate, ma sembra notte fonda!
Togliamo le scarpe per entrare , dopo la lunga camminata quel rifugio sembra così accogliente ! E lo è , è delizioso : fatto di legno, per terra il classico tatami su cui è bellissimo camminare finalmente senza scarpe. Posiamo gli zaini ma non i giacconi perché non c'è il riscaldamento e torniamo nella saletta principale dove ci sediamo ai tavolini. Naturalmente in stile giapponese, si mangia seduti sulle ginocchia! Finalmente ci godiamo una bella cenetta a base di riso al curry caldo e facciamo qualche chiacchiera rilassandoci.



Sono le nove passate: dopo esserci rifocillati, ci viene consegnato già un bento con la colazione e ci vengono date le informazioni di servizio e il programma di domani. Per chi se la sente di proseguire, all'una ci sarà la sveglia : si ripartirà nella notte, in modo da arrivare in cima per assistere all'alba. Chi resta invece, potrà rimanere al rifugio fino all'indomani quando gli altri riscenderanno. E ora tutti a nanna nei sacchi a pelo !



Siccome l'articolo sarebbe venuto troppo lungo, ho dovuto dividerlo in due parti!
Ma pubblicherò il secondo molto presto, quindi restate aggiornati ! A presto! :)

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